
Cos’è la biodiversità e perché è così importante?
La biodiversità è la ricchezza della vita e la varietà delle forme viventi e degli ambienti della Terra. Rafforza la produttività di un qualsiasi ecosistema; di un suolo agricolo, di una foresta, di un lago, e via dicendo. La perdita di biodiversità contribuisce all’insicurezza alimentare ed energetica, aumenta la vulnerabilità ai disastri naturali, diminuisce il livello della salute all’interno della società, riduce la disponibilità e la qualità delle risorse idriche e impoverisce le tradizioni culturali. Ciascuna specie, poco importa se piccola o grande, riveste e svolge un ruolo specifico nell’ecosistema in cui vive e proprio in virtù del suo ruolo aiuta l’ecosistema a mantenere i suoi equilibri vitali. Anche una specie che non è a rischio su scala mondiale può avere un ruolo essenziale su scala locale. La sua diminuzione a questa scala avrà un impatto per la stabilità dell’habitat.
Perché bisogna progettare a favore della biodiversità?
Conviviamo in un mondo sempre più globalizzato; per questo è di fondamentale importanza acquisire consapevolezza sul fatto che la biodiversità, anche quella culturale, è un patrimonio dell’intera umanità e merita rispetto e protezione. Ognuno di noi nel nostro piccolo può fare la differenza.


I RONDONI
I rondoni accompagnano l’uomo fin dal neolitico, adattandosi a sfruttare nicchie, fessure e cavità degli edifici. Sono una presenza legata all’estate, hanno una biologia affascinante che ne fanno tra gli uccelli più popolari. Se l’uomo ha segnato il loro successo evolutivo, negli ultimi decenni è causa di un decremento importante delle popolazioni europee, causato dal giusto ammodernarsi delle città che però comporta la nefasta conseguenza della chiusura delle cavità
utilizzate per costruirvi i nidi, di fatto cancellando le colonie. Tutelare i rondoni significa stringere un patto di collaborazione tra chi si occupa di conservazione della biodiversità, chi progetta le città e chi ne tutela il patrimonio storico artistico, al fine di armonizzare le pratiche edilizie con le esigenze ecologiche di questi animali.


Uomo - animale
La crescente urbanizzazione in Italia ha portato con sé un profondo cambiamento nella relazione tra uomo e animale. Crescendo le città ed occupando nuovi spazi sovrastano spesso l’habitat degli animali selvatici. In molti casi, queste specie sono costrette a vivere, loro malgrado, in contesti artificiali, dove le criticità emergono in pochissimo tempo, producendo enormi sofferenze animali e costi sociali ed economici crescenti. è quindi importante valutare e ripensare le politiche e le modalità di convivenza con queste specie, per il benessere degli uomini e degli animali. Dobbiamo ricordarci che anche noi, come loro, siamo ospiti su questo pianeta; dobbiamo imparare a convivere con le specie animali, senza sovrastarle.
RONDONI
L'autunno e la primavera sono periodi di spostamento per gli uccelli migratori e momenti molto delicati perché gli animali sono stanchi e più vulnerabili. In questa zona, nel cuore dalla città di Milano, nidificano i Rondoni Comuni e i Rondoni Maggiori, riconoscibili per il loro piumaggio marrone-nero, il corpo snello, le ali lunghe e strette a forma di falce e la coda corta e biforcuta.
NIDI
Come riconoscere il nido dei rondoni comuni?
Il nido è imbottito con fibre vegetali e piume e ricoperto di saliva, è collocato all’interno di cavità di ogni tipo. In origine i rondoni trovavano cavità adatte nelle pareti rocciose e negli alberi; oggi si riproducono quasi esclusivamente in nicchie di edifici. Con le ristrutturazioni e le nuove costruzioni queste vanno spesso perdute, ma con cassette nido apposite o con l'installazione di cavità artificiali si possono creare siti di nidificazione sostitutivi.


BUCHE PONTAIE
I rondoni maggiori necessitano di strutture architettoniche con cavità adatte alle loro maggiori dimensioni e alla loro diversa socialità riproduttiva, basata spesso sulla condivisione di spazi comuni. Le tipologie di cavità utilizzate dai rondoni comuni in Italia sono le più disparate e comprendono soprattutto le buche pontaie e altre aperture sulle mura degli edifici storici che localmente permettono la costituzione di vistose ed importanti colonie, spesso di più specie.
Per aiutare i rondoni a proliferare le buche pontaie devono avere preferibilmente grandi dimensioni (oltre i 20 cm di altezza) e tenere conto di dettagli importanti per il singolo caso e per ottenere gli effetti principali; vale a dire un ambiente confortevole, opportunamente oscurato e protetto dalle intrusioni di predatori, ottenibile ad esempio con un diaframma che chiude l’apertura ma dotato alla sua base di una sua idonea fessura.

Cos'è Monumenti Vivi?
Un’associazione con lo scopo di studiare e valorizzare la biodiversità urbana, identificando e certificando i Monumenti Vivi presenti nei centri abitati.
Cos'è un Monumento Vivo?
Un Monumento Vivo è un edificio, antico o moderno, le cui caratteristiche architettoniche hanno determinato l’insediamento di colonie di rondoni, durante il periodo riproduttivo, e di altre specie benefiche.
Come un edificio diviene un Monumento Vivo?
Tramite autocertificazione che definisca i dettagli faunistici e architettonici del monumento compilabile dal sito principale dell'associazione. L’identificazione di colonie di rondoni, nidificanti in un edificio permette di certificarlo come Monumento Vivo e di attuare le dovute tutele in caso di ristrutturazioni e/o restauri conservativi.

IL PROGETTO
Restauro rispettoso della biodiversità, così si definisce il progetto di Monumenti Vivi. Ogni torre, nella sua struttura muraria presenta buche pontaie aperte, utilizzate nel periodo medievale come luogo per alloggiare i travetti delle impalcature. Queste sono state, con questo nobile progetto, predisposte perché possano ospitare selettivamente piccoli uccelli, chirotteri, rondoni ma non i piccioni.
La tutela dei rondoni è legata in modo indissolubile alla presenza e alla conservazione di adeguati siti di nidificazione. Se attualmente i rondoni sono considerati a livello italiano ed europeo specie a minor rischio di conservazione, in prospettiva futura, rischiano drastici cali delle popolazioni, a seguito della progressiva perdita dei siti idonei alla riproduzione, causata dalle ristrutturazioni degli edifici che ospitano i nidi e dalla chiusura delle buche pontaie nei fabbricati.
Le buche pontaie, oltre ad ospitare i rondoni e rappresentare un importante elemento architettonico per la loro conservazione, ospitano altre specie, quali i pipistrelli, che più in generale frequentano gli edifici storici per la riproduzione o il riposo.

LE TORRI
I rondoni costruiscono i propri nidi nelle cavità degli edifici poco vissuti dall'uomo; torri, sottotetti e buche pontaie una volta utilizzate per i ponteggi.

TORRI DELLA PUSTERLA

LAVORAZIONI
L'intervento ha riguardato il restauro delle Torri della Pusterla di Sant'Ambrogio che rappresenta una delle tre porte di ingresso rimaste facenti parte la cerchia delle mura medioevali che circondavano la città di Milano (insieme a Porta Ticinese e Porta Nuova). Ci si è trovati difronte a due torri aventi però caratteristiche molto diverse, una infatti è stata ricostruita durante i restauri degli anni '30 e presenta quindi grande regolarità costruttiva, l'altra torre invece mantiene la sua struttura medioevale e porta su di sè tutte le tracce delle modifiche che ha subito nel tempo. La Pusterla era infatti stata inglobata in altre costruzioni e risultava essa stessa non avere più una funzione difensiva ma abitativa. Il cantiere ha inoltre avuto la particolarità di portare avanti un "restauro a misura di selvatico", l'incontro tra l'impresa, la progettista e l'Associazione Progetto Natura Onlus ha infatti permesso di mettere in opera il sistema di chiusura selettiva delle buche pontaie della torre più alta, impedendo l'accesso a queste a specie moleste come i piccioni, ma salvaguardando la possibilità di nidificazione dei rondoni. Questo permette la salvaguardia delle fauna volatile di Milano e proprio il restauro delle Pusterla è stato il primo caso sul territorio cittadino per l'applicazione di questa soluzione.
DOCUMENTI
GALLERIA VIDEO
Guarda il video durante il cantiere di restauro delle Torri della Pusterla.
ALLEGATO FOTOGRAFICO
TORRE MEDIEVALE DI LENNO
LAVORAZIONI
ll restauro della Torre medievale di Villa ha previsto il recupero di tutte le superfici esterne, realizzate in pietra di Moltrasio ad eccezione di una piccola porzione di intonaco, la rimozione della pavimentazione e del manto di copertura della terrazza e la realizzazione della nuova pavimentazione in cotto. Il degrado presente prima delle operazioni conservative messe in atto era costituito principalmente da un diffuso e consistente strato di deposito superficiale e da importanti attacchi biologici che ricoprivano quasi completamente le superfici, occultandone le cromie.
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L’ operazione di pulitura è stata estesa a tutte le tipologie di materiale adottando come operazione principale l’idrolavaggio a pressione controllata, intervenendo puntualmente con operazioni di microsabbiatura sulle porzioni di superficie i depositi più tenaci.
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Dopo le operazioni di pulitura si è proseguito con il consolidamento mediante iniezione delle parti in fase di distacco dell’unica porzione di intonaco antico presente e consolidamento dello strato corticale con silicato di etile nelle zone dove si presentava particolarmente disgregato.
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In seguito si è proceduto ad intervenire sui giunti, procedendo ad abbassare le stuccature sopra livello realizzate durante gli interventi precedenti e rimuovendo gli elementi realizzati in malta cementizia.
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Sono poi state eseguite stuccature e sigillature di stilature tra i giunti e piccole lesioni superficiali del materiale lapideo mediante l’applicazione di malta di calce e inerti selezionati. Laddove gli elementi in cemento sono risultati particolarmente tenaci, si è optato per intervenire applicando velature ai silicati di potassio, con lo scopo di equilibrare cromaticamente la superficie.
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La fase successiva dell’intervento di restauro ha riguardato la pavimentazione esterna della terrazza, in primo luogo rimuovendo la vecchia pavimentazione, il manto impermeabile e i risvolti lungo la muratura.
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I serramenti metallici sono stati sgrassati e ridipinti del colore analogo all’esistente, all’esterno grigio e all’interno bianco, con apposito smalto per metalli di colore opaco, infine sono stati sostituiti i vetri.

ALLEGATI FOTOGRAFICI
TORRE DORIA

LAVORAZIONI
Le cavità dei muri della Torre di San Fruttuoso sono un ottimo luogo per nidificare. Qui gli uccelli hanno trovato posto nelle buche pontaie, utilizzate storicamente per le impalcature dei ponteggi. Nel caso di San Fruttuoso, presso la Torre Doria sono stati compiuti dei lavori per la salvaguardia del rondone pallido, un uccello protetto che nidifica in quel luogo per alcuni mesi all'anno. I lavori di restauro alla torre condotti hanno tenuto in considerazione la presenza di questi importanti volatili, osservati ed esaminati durante una ricerca territoriale.

RICERCA TERRITORIALE
Durante gli interventi è stata rispettata la nidificazione creando apposite aperture nei teli dei ponteggi per lasciare il passaggio al volo dei rondoni. Ma non solo: durante l'intervento la decisione è stata quella di non chiudere o modificare in nessun modo il passaggio alle buche prontaia della Torre una volta verificata la presenza dei nidi dei Rondoni.
