
SANT'AGATA OGGIONO
"un silenzio che attraversa i secoli"
Era il 250 quando Quinziano chiedeva a tutti i cristiani di abiurare pubblicamente la loro fede mettendo in atto una feroce persecuzione. Scappata con la famiglia a Palermo Quinziano li scovò e li fece tornare a Catania. Quando Quinziano vide in presenza la giovane donna s'invaghì della giovinetta e le ordinò, senza successo, di ripudiare la sua fede e adorare gli dèi pagani. Al rifiuto deciso di Agata, il proconsole l'affidò per un mese alla custodia rieducativa della cortigiana Afrodisia e delle sue figlie, persone molto corrotte. Agata uscì da quella lotta vittoriosa e più forte di prima, tanto da scoraggiare le sue stesse tentatrici, le quali rinunciarono all'impegno assunto, riconsegnando Agata a Quinziano. Rivelatosi inutile il tentativo di corromperne i principi, Quinziano diede avvio a un processo e convocò Agata al palazzo pretorio. Breve fu il passaggio dal processo al carcere e alle violenze con l'intento di piegare la giovane.
LA CHIESA
La facciata barocca tripartita, con i due corpi laterali più bassi, presenta aperture e un finestrone centrale di elegante fattura. Il portale, sormontato da un timpano, appoggia su due dadi. Sulle volte della navata gruppi di angeli festanti sono stati affrescati da Pasquale Agudio tra il 1896 e il 1897. L’abside, a pianta quadrata, ha subito una trasformazione negli anni 1969-71, anche per conformarsi alle disposizioni del Concilio Vaticano II°. Il nuovo altare è stato fatto con i pezzi delle balaustre esistenti, modificati e adattati intorno ad un pilastro centrale. Il soffitto dell’abside è impreziosito da stucchi probabilmente del ’700 e da dipinti, alcuni di P. Agudio. Nell’abside, al posto dell’altare, incorniciato da trompe l’oeil con motivi floreali, è collocato un grande quadro a olio su tela del ’700 che rappresenta la Madonna della Rosa. Su nubi scure è raffigurata la Vergine col Bambino che tiene una rosa in mano. I colori dominanti sono l’azzurro del manto e il rosso sfumato nel rosa delle vesti di Maria.
STATO DI CONSERVAZIONE
Gli interni del complesso di Sant’Agata presentavano condizioni conservative alquanto diversificate.
principali materiali oggetto di intervento erano materiali lapidei, intonaco, dipinti murali e legno (laccato e policromo).
Gli intonaci versavano in uno stato avanzato di degrado, con ampie aree distaccate dal substrato a causa della disgregazione del materiale e delle efflorescenze sottostanti.
Erano presenti numerose macchie, soprattutto sui soffitti, probabilmente dovute a infiltrazioni (poi verificate).
Molteplici fessurazioni interessavano generalmente tutta la superficie intonacata. I dipinti murali, a causa dell’umidità presente nelle murature, mostravano polverizzazione dello strato pittorico con conseguente distacco e perdita di materiale, provocando numerose lacune che compromettevano la leggibilità delle opere.
Erano inoltre visibili numerose fessurazioni ed efflorescenze a occhio nudo. Gli altari in materiale lapideo versavano in condizioni discrete, seppur con presenza di depositi superficiali incoerenti rispetto al substrato.
I legni policromi presentavano problematiche dovute alla presenza di insetti xilofagi, che causavano l’indebolimento interno della struttura. I legni verniciati invece mostravano distacchi e caduta dello strato superficiale di pittura.


LAVORAZIONI
L’obiettivo fondamentale del progetto era la conservazione del manufatto nella sua realtà materiale. L’intervento fu finalizzato all’eliminazione di quanto, nel tempo, si era sovrapposto ai materiali costituendo un fattore di degrado e veicolo di ulteriori azioni patogene.
Operazioni di restauro eseguite:
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Indagini preliminari stratigrafiche e test di pulitura.
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Rimozione di depositi superficiali incoerenti a secco con pennellesse, spazzole e aspiratori, mediante diversi processi di pulitura meccanica umida, a secco, con solventi, a impacco e con Agar gel.
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Ristabilimento della coesione mediante impregnazione con pennelli, siringhe e pipette.
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Integrazione delle parti mancanti.
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Integrazione pittorica con finiture estetiche, equilibratura e revisione cromatica.
VIDEODOCUMENTAZIONE
Con questo breve filmato vogliamo raccontare la rinascita di un luogo sacro, incastonato tra colline e antichi silenzi, dove ogni gesto parla di cura e memoria.
ARCHIVIO FOTOGRAFICO
DOCUMENTI TECNICI
PRIMA E DOPO

PARTNERSHIP

ARTICOLI DI APPROFONDIMENTO
IL RESTAURO
DELLA CHIESETTA
Si è recentemente concluso il restauro della piccola chiesa di Sant’Agata a Oggiono: un intervento importante iniziato nel 2017 e che ha cambiato volto all’edificio religioso, mettendo mano sia alla parte esterna che interna della chiesa, con la messa in sicurezza dell’immobile e la salvaguardia degli affreschi che oggi sono tornati a risplendere.
UN RESTAURO
NECESSARIO
Il restauro, nel caso della chiesa di Sant’Agata, si rende quanto mai necessario: lo stesso don Maurizio sottolinea «il livello di degrado raggiunto, purtroppo, dall’edificio; si stanno riscontrando persino problemi di sicurezza, nei confronti dei passanti e, soprattutto, dei ragazzi che accedono all’oratorio passando da piazza Suor Onorina».